ISTITUTO COMPRENSIVO “RENATO GUTTUSO”
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Le forze militari e lo sport
Dal 1 ottobre 2009, a conclusione della fase sperimentale, è entrata in vigore a pieno titolo la direttiva per il mantenimento l'aggiornamento ed il controllo dell'efficienza psicofisica ed operativa del personale militare. La pubblicazione SMD FORM 003 si applica al personale di qualsiasi grado, ruolo, categorie/specialità impiegato in territorio nazionale o presso Enti Nato/UE multinazionali.
La stessa pubblicazione fa riferimento all’importanza dell’attività ginnico sportiva come dovere del personale militare di migliorare la propria efficienza fisica.
In tal senso vanno poste in essere tutte le misure necessarie per sviluppare l’attività ginnico sportiva a carattere individuale o collettivo la cui efficacia dovrà essere verificata periodicamente secondo alcuni precisi standard in termini di resistenza, forza e agilità.
La pubblicazione SMD FORM 003 prevede anche controlli medici periodici come condizione
necessaria per l’effettuazione di prove fisiche di carattere sportivo. Sarà compito dei comandi/enti favorire lo svolgimento dell’attività ginnico sportiva del
personale militare concedendo fino a quattro ore settimanali nell’orario di servizio. Le attività vengono svolte nelle strutture militari specifiche o in altre strutture con le quali vengono stipulate convenzioni.
Diamo ora uno sguardo specifico alle diverse organizzazioni militari e alleattività sportive che le riguardano:
Le Fiamme oro
Le Fiamme oro sono nate il 12 agosto 1954 con la convenzione tra il ministero dell'Interno ed il C.O.N.I. Inizialmente era la Polisportiva del Corpo delle guardie di Pubblica Sicurezza, in seguito, dopo la riforma del 1981, sono diventate il Gruppo sportivo della Polizia di
Stato. Il loro scopo era, ed è ancora oggi, quello di mantenere e promuovere, anche tra i bambini, l'attività sportiva a livello agonistico, per accrescere il patrimonio sportivo nazionale. Dall'anno della loro fondazione ad oggi gli atleti delle Fiamme oro hanno collezionato una lunga serie di vittorie sui campi di gara in Italia e nel mondo. Ricordiamo in particolare le 77 medaglie conquistate dai portacolori cremisi alle olimpiadi. Le Fiamme oro consentono ai propri atleti di trovare quella tranquillità necessaria per dedicarsi esclusivamente ad allenamenti e gare, soprattutto negli sport "minori", nei quali gli sportivi non sono professionisti. Molto importante è l'attività svolta con i settori giovanili, nei quali tecnici qualificati curano la crescita sportiva dei ragazzi, attenti ad individuare e formare i campioni di domani.
In quest'ottica le Fiamme oro si dedicano alla preparazione di atleti di alto profilo in 39 discipline sportive, praticate nei 9 centri nazionali dislocati sul territorio italiano: 3 a Roma e uno a Milano, Moena, Padova, Nettuno, Napoli, Sabaudia. Le Fiamme oro vantano la presenza nelle loro file di campioni straordinari dei quali si ricordano ancora le gesta sportive. Attraverso i nomi degli atleti cremisi possiamo leggere alcune delle pagine più gloriose dello sport italiano. Da Livio Berruti, indimenticabile trionfatore sui 200 metri piani alle Olimpiadi di Roma del 1960, si passa al pentatleta Daniele Masala, con i suoi due ori e un argento a Los Angeles 1984 e a Seoul 1988. Dalla formidabile squadra di scherma che ha portato negli anni il maggior numero di successi nel palmares olimpico della Polizia di Stato, fino ad arrivare ai risultati di Pechino 2008. A Londra 2012 è esplosa la stella di Elisa Di Francisca, vincitrice di 2 medaglie d'oro nel
fioretto femminile, con Valentina Vezzali che, oltre all'oro a squadre, nell'individuale è riuscita ad agguantare il terzo gradino del podio. Grande vittoria anche per Jessica Rossi, oro con record nel tiro a volo, mentre il pugile Roberto Cammarelle si è dovuto "accontentare" dell'argento nei supermassimi, dopo una finale che si ricorderà soprattutto per il verdetto, che per addetti ai lavori e semplici appassionati, ha privato il campione delle Fiamme oro della strameritata vittoria. Podio anche per la specialista delle maratone acquatiche Martina Grimaldi, che nella 10 chilometri in acque libere ha vinto la medaglia di bronzo Elisa Di Francisca Valentina Vezzali Jessica Rossi Roberto Cammarelle Martina Grimaldi
La Marina militare
Lo Sport
La Marina Militare, attraverso la propria attività istituzionale di capillare diffusione della cultura marinaresca e dell’amore per il mare, favorisce da sempre la pratica di discipline sportive a connotazione acquatica. In tale prospettiva, accanto al tradizionale sport di massa, che mantiene inalterata la sua fondamentale valenza, si è andata sviluppando una nuova figura di atleta militare che, oltre ad arricchire il prestigio della Forza Armata, rappresenta i colori italiani nelle varie competizioni internazionali sportive. Gli Atleti della Marina si allenano presso Centri Sportivi Agonistici organizzati per discipline e precisamente:
· C.S.A. di Nuoto di Roma, per le discipline di Nuoto, Tuffi e Nuoto per Salvamento presso il Comando Militare Marittimo Autonomo della Capitale.
· C.S.A. di Canoa Fluviale di Luni (SP), per la disciplina di Canoa/Kayak Fluviale (discesa/slalom). Il Centro Sportivo è collocato presso la Base della Stazione Elicotteri, di stanza nell’antica località di Luni nel comune di Sarzana. Al confine con la Toscana, sul fiume Magra e Vara è situato il teatro principale degli allenamenti tecnici dei fluvialisti.
· C.S.A. di Tiro di Le Grazie (SP), per le discipline Tiro a volo e Tiro a segno ubicato all’interno del Raggruppamento Subacquei ed Incursori.
· Centro Velico Agonistico di Napoli, per la vela (classe olimpica ed altura). Quello tra la Marina Militare e la vela è da sempre un rapporto strettissimo. Questo ha fatto sì che proprio dai suoi ranghi provenissero alcuni dei più grandi velisti di tutti i tempi, a cominciare dall’Ammiraglio di Squadra Agostino Straulino, medaglia d’oro alle olimpiadi di Helsinki nel 1952 e medaglia d’argento a quelle di Melbourne nel 1956, oltre che vincitore di quattro campionati del mondo, dieci campionati europei e dodici campionati italiani assoluti. In questa ottica la Marina Militare ha creato un “dedicato” Centro Velico, con sede a Napoli, per il coordinamento delle attività agonistiche.
· C.S.A. Remiero di Sabaudia (LT), per le discipline di Canottaggio, Canoa/Kayak e Pentathon Navale.
A Sabaudia, il Centro Sportivo è situato in un’area di rilevante importanza trova la sua naturale connotazione e risponde sicuramente alle esigenze della Marina Militare di mantenere un polo sportivo di assoluto prestigio, ove vengono praticate al alto livello agonistico discipline come la Canoa-Kayak e Canottaggio.
Rimane comunque di interesse della Marina Militare, nel più ampio contesto dell’attività promozionale e d’immagine, curare la diffusione tra i giovani della cultura del mare e dei benefici derivanti dall’utilizzazione del tempo libero nello sport attivo, attraverso le seguenti attività:
· organizzazione di n. 4 corsi velici estivi della durata di 10 giorni, a favore degli studenti delle scuole medie superiori, presso l’Accademia Navale e la Scuola Sottufficiali di La Maddalena per un totale di 240 giovani;
· costituzione di sezioni giovanili veliche, presso le Sezioni Veliche, alle quali possono accedere giovani di ambo i sessi da 10 a 18 anni;
· cooperazione con la Lega Navale Italiana per lo svolgimento di corsi velici a favore di studenti delle scuole medie presso le strutture della Marina Militare di Sabaudia e Taranto per un totale di circa 850 giovani;
· effettuazione di imbarchi a bordo delle Navi a vela maggiori (Nave Vespucci e Nave Palinuro) e minori (Nave Orsa Maggiore, Nave Stella Polare, Nave Corsaro II, Nave
Capricia e Nave Caroly), nei periodi al di fuori delle Campagne estive riservate agli Allievi degli Istituti di Formazione, a favore di giovani fino a 25 anni iscritti alla
“Sailing Training Association Italia” e “Lega Navale Italiana”;
· Fondazione ONLUS “Tender To Nave Italia”, costituita dalla Marina Militare e dallo Yacth Club Italiano. Con Nave Italia (Unità iscritta nel quadro del Naviglio Militare
dello Stato) brigantino/goletta lungo 61 metri e capace di alloggiare più di 30 persone oltre l’equipaggio formato esclusivamente da personale della M.M., vengono realizzati progetti di ricerca, educazione, formazione e terapia, a favore di giovani affetti da disagio.
E adesso, un po’ di storia
La Marina italiana nacque il 17 novembre 1861 con l'unificazione della Marina sarda con le marine borbonica (che andò poi a costituire la gran parte della futura Regia Marina del Regno d'Italia), toscana e pontificia e successivamente assunse la denominazione di "Regia Marina" il 17 marzo 1861, a seguito della proclamazione del Regno d'Italia da parte
del parlamento di Torino Dal 1946, in seguito alla proclamazione della Repubblica, la Regia Marina assunse la nuova denominazione di Marina Militare
Struttura ed organizzazione
La Marina Militare dipende, gerarchicamente, come le altre forze armate, dal presidente della Repubblica Italiana, che è, sulla base della Costituzione, comandante in capo delle forze armate, e, operativamente, dal Ministero della difesa, attraverso lo stato maggiore della difesa. La marina possiede poi un
proprio autonomo stato maggiore, dal quale dipendono la Squadra Navale, gli arsenali militari marittimi, l'Accademia navale e gli altri enti militari marittimi.
Squadra Navale: i compiti
Compiti Militari
Difesa marittima del territorio nazionale e protezione degli interessi nazionali al di là delle acque territoriali;
Difesa marittima del territorio della NATO e dell'Unione Europea; Partecipazione alle operazioni nazionali e multinazionali per la gestione delle crisi e la sicurezza internazionale;
Contrasto ai traffici illeciti;
Bonifica dei fondali marini da ordigni pericolosi per le attività sul fondo; Concorso alle attività di altri dicasteri
Vigilanza sugli inquinamenti dell'ambiente marino;
Concorso nella ricerca e salvaguardia dei beni archeologici sommersi; Concorso alla campagna antincendi boschivi; Concorso alle operazioni di ricerca e soccorso in mare; COncorso al rifornimento idrico delle isole minori; Concorso alle operazioni di soccorso per calamità naturali.
La Guardia Costiera
Con un organico complessivo di circa 11.000 militari tra ufficiali, sottufficiali e truppa, 300 sedi sul territorio, mezzi navali e aerei, le Capitanerie di porto – Guardia Costiera sono per ampiezza e varietà dei compiti, punto di riferimento per tutte le attività marittime di competenza statale, vero e proprio “sportello unico” per l’utenza del mare. Le Capitanerie di Porto hanno dipendenza funzionale da vari ministeri, primo fra tutti il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che nel 1994 ha "ereditato" dal Ministero della MarinaMercantile la maggior parte delle funzioni collegate all'uso del mare per attività connesse con la navigazione commerciale e da diporto, e sul cui bilancio gravano le spese di
funzionamento.
Le principali linee di attività sono:
Sicurezza della Navigazione: le Capitanerie di Porto esercitano le proprie competenzetecniche ed amministrative in materia di sicurezza della navigazione (safety) e sicurezza marittima (security) con controlli ispettivi sistematici su tutto il naviglio nazionale mercantile, da pesca e da diporto e, a seguito di accordi internazionali con altri Stati costieri, anche sul naviglio mercantile di bandiera estera che approda nei porti nazionali; Ricerca e Soccorso in mare: costituisce l’impegno primario dell’attività della Guardia
Costiera, settore operativo del Corpo delle Capitanerie di porto. L’attività operativa si estende ben oltre i confini delle acque territoriali, comprendendo più di 500.000 km2 di mare. Il Comando Generale, attraverso la propria Centrale Operativa, assume le funzioni di Centro Nazionale di Coordinamento per il soccorso marittimo (Italian Maritime Rescue Coordination Center). Il Centro Nazionale è coadiuvato dai centri secondari di soccorso
(Maritime Rescue Sub Center), situati presso le Direzioni Marittime, e dalle Unità Costiere di Guardia, coincidenti con i Comandi periferici; Ambiente: il Reparto Ambientale Marino (R.A.M.), posto alle dirette dipendenze del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, svolge compiti tecnici operativi attinenti alla tutela del mare e delle coste, quali la vigilanza e il controllo delle aree marine protette e gli interventi di disinquinamento. Allo scopo vengono utilizzate tutte le risorse (centrali operative, mezzi aereonavali, sistemi di controllo del traffico navale) già
attivate per compiti di soccorso, sicurezza della navigazione e controllo dei traffici;Controllo sulla filiera ittica: il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto effettua, per conto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il
coordinamento centrale delle attività di controllo della filiera ittica. Le attività di pesca vengono sorvegliate in mare dalle unità della Guardia Costiera e monitorate con moderni sistemi satellitari che garantiscono una maggiore sicurezza dei pescatori. Il pescato viene controllato nei punti di sbarco e di vendita per verificare che siano rispettate le norme sulla commercializzazione, in particolare che le specie commercializzate non siano fra quelle vietate ed abbiano le misure minime previste dalla vigente normativa; Attività Amministrativa: è svolta dagli Uffici marittimi situati sul territorio, dove annualmente vengono espletate più di un milione e cinquecentomila pratiche; Polizia Marittima (cioè polizia tecnico-amministrativa marittima), comprendente la disciplina della navigazione marittima e la regolamentazione di eventi che si svolgono negli spazi marittimi soggetti alla sovranità nazionale, il controllo del traffico marittimo, la
manovra delle navi e la sicurezza nei porti, le inchieste sui sinistri marittimi, il controllo del demanio marittimo, i collaudi e le ispezioni periodiche di depositi costieri e di altri impianti pericolosi. Monitoraggio del Traffico Marittimo - VTMIS: di grande importanza è l’attività di
prevenzione e vigilanza sulla sicurezza in mare. A tale scopo il Corpo utilizza sistemi tecnologici come il Vessel Traffic Management Information System (VTMIS), cui confluiscono i dati del traffico marittimo acquisiti attraverso diversi sottosistemi, tra i quali Vessel Traffic System, che consente di monitorare costantemente lo svolgimento del traffico marittimo, fornendo alle sale operative dati essenziali per incrementare la sicurezza
della navigazione; Diporto: la Guardia Costiera programma specifiche attività di prevenzione, informazione e controllo per garantire la sicurezza ai diportisti e ai bagnanti, specie nella stagione estiva
Guardia di finanza
La Guardia di Finanza è uno speciale Corpo di Polizia che dipende direttamente dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, è organizzato secondo un assetto
militare e fa parte integrante delle Forze Armate dello Stato oltre che dellaForza Pubblica.
I compiti della Guardia di Finanza sono sanciti dalla legge di ordinamento del 23 aprile
1959, n. 189 e consistono nella prevenzione, ricerca e denunzia delle evasioni e delle violazioni finanziarie, nella vigilanza sull'osservanza delle disposizioni di interesse politico economico e nella sorveglianza in mare per fini di polizia finanziaria. Inoltre, la Guardia di Finanza concorre al mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica e la difesa politico militare delle frontiere. Il decreto legislativo 19 marzo 2001, n. 68 ha previsto, in attuazione dei principi direttivi della legge n. 78/2000:
· la missione della Guardia di Finanza come Forza di polizia a competenza generale su tutta la materia economica e finanziaria;
· l'estensione delle facoltà e dei poteri riconosciuti per legge ai militari del Corpo in campo tributario a tutti i settori in cui si esplicano le proiezioni operative della polizia economica e finanziaria;
· l'affermazione del ruolo esclusivo della Guardia di Finanza quale polizia economica e finanziaria in mare;
· la legittimazione del Corpo a promuovere e sviluppare, come autorità competente nazionale, iniziative di cooperazione internazionale con gli organi collaterali esteri ai fini del contrasto degli illeciti economici e finanziari, avvalendosi anche di dodici ufficiali da distaccare in qualità di esperti presso le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari.
Per lo svolgimento dei compiti assegnati sono attribuite ai militari del Corpo le qualifiche di:
· Ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria;
· Ufficiali ed agenti di polizia tributaria;
· Agenti di pubblica sicurezza;
· In riferimento agli anzidetti compiti Istituzionali del Corpo della Guardia di Finanza, annualmente il Ministero dell'Economia e delle Finanze emana una Direttiva Generale per l'azione amministrativa e la gestione. Direttiva che individua le priorità politiche e gli obiettivi strategici che i Centri di Responsabilità Amministrativa di 1° livello, e quindi anche la Guardia di
Finanza, debbono conseguire. Ad esempio, negli anni passati, specifici obiettivi hanno interessato i seguenti settori di servizio dell'Istituzione:
· contrasto all'evasione ed elusione fiscale, attraverso un mirato programma dell'attività di verifica e controllo, e all'economia sommersa, nella sua duplice forma del sommerso "d'azienda" e "di lavoro";
· contrasto al fenomeno del gioco illecito;
· controlli sulla spesa pubblica, con particolare riferimento agli incentivi alle attività produttive, al settore delle uscite comunitarie e delle connesse risorse nazionali di cofinanziamento, nonché al comparto della spesa sanitaria;
· contrasto alla contraffazione di marchi e alla pirateria audiovisiva, quale irrinunciabile attività a garanzia dello sviluppo economico del Paese;
· vigilanza sul fenomeno del "carovita", in ordine al quale il Corpo è stato investito di specifiche incombenze, con specifico riferimento al rilevamento dei prezzi al consumo affinché, in presenza di consistenti dinamiche di aumento dei suddetti valori, si pervenga a un'eventuale modifica degli studi di settore.
La storia
Le origini della Guardia di Finanza risalgono al 1 ottobre 1774, allorché viene costituita la "Legione Truppe Leggere", per volere del Re di Sardegna, Vittorio Amedeo III.
E' il primo esempio in Italia di un Corpo speciale istituito ed ordinato appositamente per il servizio di vigilanza finanziaria sui confini, oltre che per la difesa militare delle frontiere.(Le origini). Compiuta l'unificazione d'Italia, nel 1862 viene istituito il "Corpo delle Guardie Doganali" (L'unificazione), al quale si affida il compito primario di vigilanza doganale nonché quello eventuale di concorso, in tempo di guerra, alla difesa dello Stato.(LaGuardia doganale nel 1862).
Con la Legge 8 aprile 1881, n. 149, il Corpo delle guardie doganali assume "titolo a uffizio" di "Corpo della Regia Guardia di Finanza" con la funzione di "impedire, reprimere e denunciare il contrabbando e qualsiasi contravvenzione e trasgressione alle leggi e ai regolamenti di finanza", di tutelare gli uffici esecutivi dell'amministrazione finanziaria come pure di concorrere alla difesa dell'ordine e della sicurezza pubblica. Il Corpo è inserito tra le "forze militari di guerra dello Stato" e, in caso di mobilitazione, forma compagnie e battaglioni per partecipare alle operazioni. Con Decreto Reale del 14 luglio 1907 viene esteso al Corpo l'uso delle stellette a 5 punte, quale segno distintivo dei corpi armati designati, in tempo di guerra, con propri reparti
mobilitati alla difesa del Paese. In tempo di pace il Corpo pur non avendo ancora lo stato giuridico militare, fu sottoposto alla giurisdizione militare e a un regime disciplinare in gran parte mutuato da quello vigente per l'Esercito, il cui regolamento di disciplina militare viene esteso con Legge del 12 luglio 1908.
L'integrazione tra le Forze Armate dello Stato si completa con la concessione della Bandiera di Guerra con R.D. 2 giugno 1911 e con la Legge 24 dicembre 1914. In tale veste, significativa è la partecipazione del Corpo alle operazioni belliche dei due conflitti mondiali e alla Resistenza. La riorganizzazione delle Forze di Polizia, avvenuta nel 1919, investe anche il Corpo della Regia Guardia di Finanza. Le responsabilità vengono ripartite tra l'Ispettore Generale, Ufficiale dell'Esercito nel grado di Tenente Generale preposto all'area della preparazione
militare, e il Comandante Generale, Ufficiale della stessa Guardia, dipendente dal primo, ma abilitato a mantenere rapporti diretti con il Ministro per i servizi di ordinario istituto e per l'amministrazione del personale. Nel 1923 nasce la "Polizia Tributaria Investigativa", come contingente specializzato della Regia Guardia di Finanza. Contemporaneamente, si pone termine alla diarchia creata nel 1919 affidando il comando del Corpo a un Generale di Corpo d'Armata dell'Esercito. Al fine di creare un organo di indirizzo tecnico per l'attività operativa che funga da elemento di raccordo con gli altri
settori dell'Amministrazione finanziaria, si costituisce nell'ambito del Ministero l' "Ufficio Tecnico Centrale per la Polizia Tributaria Investigativa", retto da un Generale della Guardia di Finanza. La nozione giuridica di "Polizia Tributaria" è precisata dalla Legge 7 gennaio 1929, n. 4,
che riordina organicamente la materia della repressione delle violazioni finanziarie. Ricostruzione post bellica, sviluppo economico, liberalizzazione degli scambi internazionali e i primi accenni di un processo di integrazione europea portano il sistema tributario
italiano a un nuovo assetto. La riforma dell'imposizione diretta del Ministro Vanoni e il ruolo ormai determinante assunto nel sistema dall'Imposta Generale sull'Entrata rendono necessario un profondo mutamento del sistema di repressione dell'evasione fiscale.Il 2 maggio 1949, alla presenza dei Ministri Vanoni, Pella e La Malfa, il Comandante Generale inaugura presso l'Accademia del Corpo il primo corso per verificatori contabili, diretto dal
Prof. Cosciani, al quale sono destinati ufficiali del Corpo e funzionari dell'amministrazione finanziaria. Da tale momento la preparazione all'attività di polizia tributaria diviene il tema centrale dell'addestramento di formazione e di perfezionamento per gli ufficiali ed i sottufficiali. Segue un periodo di intenso ammodernamento. Nel giro di pochi anni, vengono radicalmente trasformati il naviglio, il parco automobilistico e l'organizzazione delle telecomunicazioni; viene istituito il servizio statistico, dotato di un centro meccanografico, e il servizio cinofili per l'allevamento e l'addestramento dei cani anti contrabbando. Negli stessi anni, viene stabilito l'impianto generale del Corpo basato sulla Legge 23 aprile 1959, n.189 che ne fissa i compiti istituzionali, successivamente adeguati da specifici provvedimenti settoriali attributivi di determinate competenze. Nel quadro di un più ampio processo di riorganizzazione dell'Amministrazione statale la struttura ordinativa è stata di recente revisionata (Decreto del Presidente della Repubblica 29 gennaio 1999, n. 34) per conseguire obiettivi di maggiore efficienza, efficacia ed economicità dell'azione amministrativa
Sport fiamme gialle
La pratica dello sport per fini addestrativi cominciò nel Corpo già nel 1881, quando la Guardia Doganale venne ribattezzata Guardia di Finanza e si crearono i primi Depositi d’Istruzione, antesignani degli attuali Istituti di formazione. E’ molto probabile che inizialmente fossero incaricati dell’istruzione dei commilitoni glistessi “allievi guardie” ex-militari, che avevano appreso le tecniche ginniche durante il precedente servizio militare. Tra le prime competizioni cui partecipò il Corpo, si ricordano quelle della ginnastica nazionale e tiro a segno di metà settembre 1895, che si tennero a Roma in occasione del
25° anniversario della sua Liberazione. Importanti gare podistiche furono poi organizzate dalla Scuola Ufficiali di Caserta, fra le quali va ricordata quella del 22 marzo 1903, cui parteciparono i suoi allievi su un percorso di ben 100 chilometri, attraverso le province di Caserta e Napoli.Nel 1910 si stabilì che presso i Reparti d’Istruzione delle varie Forze Armate, e tra essi anche quelli della RegiaGuardia di Finanza, vi fosse un’unica figura di maestro abilitato all’insegnamento dell scherma e della ginnastica.