NATARE...SINE CURA








ISTITUTO COMPRENSIVO “RENATO GUTTUSO”
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 ProgettoStaffetta 4x100 misti… tutti in acqua in gara per la Cittadinanza, Costituzione, Salute e Sicurezza                              


                                     


 NATARE …SINE CURA


INDICE
Introduzione…………………………………     pag.  2
La sicurezza negli impianti ………………    pag.  3
·Alcuni requisiti delle piscine olimpiche     pag. 11
·    rischi per la salute in piscina …………    pag. 16
· Prevenzione degli infortuni in piscina      pag. 
L’assistente bagnanti : una “sicurezza”  per il nuotatore.....  pag. 21
Salvamento: un nuoto particolare… che aumenta la sicurezza in acqua   pag. 
 Comportamento dello spettatore durante le manifestazioni sportive  pag. 30
·       Conclusioni …………………………………  pag. 32



INTRODUZIONE
 
La tutela della salute e della sicurezza, non solo in ambiente di lavoro, è parte integrante della cultura moderna ed è necessaria per promuovere comportamenti corretti.
L’ambiente abituale in cui si vive, molto spesso a torto, è ritenuto il più sicuro perché è familiare, ci fornisce protezione e calore e  quindi si pensa  di conoscerlo profondamente :  ma non è così !
Anche l’ambiente più familiare può nascondere potenziali rischi.
Ecco la necessità di conoscerne tali rischi per essere in grado di cautelarci adeguatamente.
Il nuoto, ad esempio, oggi è considerato in assoluto uno degli sport più salutari e a basso rischio di infortuni, ma richiede, comunque, delle capacità di base e delle precauzioni di sicurezza a tutela di chi lo pratica.
Molte  sono, infatti,  le norme e le regole da osservare, sia relativamente agli impianti che ai comportamenti da adottare, che garantiscono la sicurezza dei nuotatori.
 
LA SICUREZZA NEGLI IMPIANTI


La sicurezza negli impianti sportivi è inquadrata all’interno di una complessa disciplina organizzativa e gestionale che ha lo scopo di contemplare complessivamente la sicurezza dell’impianto tutelando ogni possibile figura che, a vario titolo, possa trovarsi, in veste attiva o passiva, in tale ambito.
In particolare il concetto di sicurezza nell’impianto si rivolge a due tipologie di soggetti tutelati ovvero:
- Il lavoratore (es. custode, atleta professionista, ecc.);
- Il frequentatore dell’impianto (es. spettatore, atleta dilettante, istruttore, allenatori, corsisti ecc.).
Il D.M.18 marzo 1996 “ Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi”  prevede che i titolari degli impianti siano responsabili dell’attuazione e del mantenimento delle condizioni di sicurezza, a garanzia dell’incolumità del pubblico, degli atleti e del personale addetto.
Detto decreto si compone di 24 articoli, dei quali alcuni hanno una specificità relativa alle piscine.

Ecco di seguito  gli  articoli che interessano gli impianti destinati ad uso natatorio :

L’art. 1 specifica il campo di applicazione del Decreto e chiarisce che “Gli impianti sportivi devono essere conformi oltre che alle disposizioni del D.M. in oggetto, anche ai regolamenti del C.O.N.I. e delle Federazioni sportive Nazionali e Internazionali”.

L’art. 11 relativo agli spogliatoi, recita che gli spogliatoi stessi e i relativi servizi devono essere conformi per numero e dimensioni ai regolamenti e alle prescrizioni del C.O.N.I. e delle Federazioni Sportive Nazionali.

L’art.13 si occupa delle coperture pressostatiche.
Ormai da anni questo sistema di copertura è meno praticato, ma ancor oggi presente come soluzione in varie piscine. L’art. chiarisce che l’impiego di coperture pressostatiche è consentito negli impianti ove è prevista la presenza di spettatori, praticanti e addetti in numero non superiore alle 50 persone. Le coperture devono essere realizzate con materiali aventi classe di numero non inferiore a 2, devono essere larghe almeno mt. 1,20 .reazione al fuoco non superiore a 2; devono essere previsti adeguati sostegni in grado di impedire il rischio
di crollo.
Il sistema di illuminazione, se sospeso alla copertura, deve essere munito di dispositivi di protezione e sicurezza in caso di caduta accidentale. Le uscite in
 Annualmente deve essere prodotto al Comune un certificato di idoneità statica sottoscritto da tecnico abilitato.

L’art. 14 è quello specifico per le piscine.
Lo spazio di attività sportiva di una piscina è costituito dalle vasche e dalle superfici calpestabili a piedi nudi ad esse circostanti, definite aree di bordo vasca. L’area di bordo vasca deve prevedere una pendenza non superiore al 3%, essere realizzata in materiale antisdrucciolo, avere larghezza non inferiore ai mt. 1.50 e una superficie complessiva non inferiore al 50% di quella della vasca. La densità di affollamento massimo di una piscina deve essere calcolata nella misura di 2mq. di specchio d’acqua per ogni bagnante. Il servizio di salvataggio deve essere disimpegnato da un assistente bagnanti quando il numero di persone contemporaneamente presenti nello spazio di attività è superiore alle 20 unità o in vasche con specchi d’ acqua di superficie superiore ai 50 mq. Per il controllo di specchi d’acqua superiori ai 400 mq. (vasca 25x16) il servizio di assistenza ai bagnanti deve essere prestato da almeno due assistenti. In caso di vasche adiacenti e ben visibili tra di loro va previsto l’utilizzo di un assistente bagnanti in più ogni 500 mq. di specchio d’acqua ulteriore.
 Per Assistente ai bagnanti si intende una persona all’uopo abilitata dalla Sezione Salvamento della F.I.N. o munita di brevetto di idoneità rilasciato da società autorizzata dal Ministero preposto. Durante l’addestramento dei nuotatori il servizio di assistenza agli stessi può essere svolto dall’istruttore o allenatore in possesso di detta abilitazione rilasciata dalla F.I.N.

L’art. 19 riguarda la gestione della sicurezza. Il titolare dell’impianto o complesso sportivo è responsabile del mantenimento delle condizioni di sicurezza; per tale compito può avvalersi di una persona appositamente incaricata, o di un suo sostituto, che deve essere presente durante l’esercizio dell’attività. Per garantire la corretta gestione della sicurezza deve essere predisposto un piano finalizzato al mantenimento delle condizioni di sicurezza, al rispetto dei divieti, delle limitazioni e delle condizioni di esercizio ed a garantire la sicurezza delle persone in caso di emergenza. In particolare il piano deve elencare le seguenti azioni concernenti la sicurezza a carico del titolare dell’impianto:

1. Istruzione e formazione del personale sui mezzi antincendio e l’evacuazione.
2. Informazioni agli atleti e agli spettatori sulle procedure in caso di incendio o emergenza.
3. Garantire la fruibilità e funzionalità delle vie di esodo.
4. Garantire la manutenzione e l’efficienza dei mezzi ed impianti antincendio.
5. Garantire manutenzione e stabilità delle strutture fisse e mobili delle zone per l’attività sportiva e per il pubblico.
6. Garantire manutenzione ed efficienza degli impianti.
7. Fornire collaborazione ed assistenza ai VV.FF. e al personale adibito al soccorso di emergenza.
8. Predisposizione del Registro dei controlli periodici ove annotare gli interventi manutentivi ed i controlli relativi all’efficienza degli impianti elettrici, dell’illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio, dei dispositivi di sicurezza e controllo, delle aree a rischio specifico e dell’osservanza della limitazione dei carichi di incendio nei vari ambienti dell’attività ove tale limitazione è imposta.
Nel registro vanno annotati anche i dati relativi alla formazione del personale addetto alla struttura e deve essere mantenuto costantemente aggiornato e disponibile per i controlli da parte degli organi di vigilanza.
La segnaletica di sicurezza deve essere conforme alla vigente normativa e alle prescrizioni di cui alla direttiva CEE del 24 giugno 1992 e consentire l’individuazione delle vie d’uscita, dei servizi di supporto, dei posti di pronto soccorso e dei mezzi e impianti antincendio.
Appositi cartelli devono indicare le prime misure di pronto soccorso.
All’ingresso dell’impianto devono essere esposte bene in vista precise istruzioni relative al comportamento del personale e del pubblico in caso di sinistro ed in particolare una planimetria generale per le squadre di soccorso che deve indicare la posizione:
1.delle scale e delle vie di esodo
2.dei mezzi e degli impianti di estinzione disponibili
3. dei dispositivi di arresto degli impianti di distribuzione del gas e dell’elettricità
4.del dispositivo di arresto del sistema di ventilazione
5.del quadro generale del sistema di rilevazione e di allarme
6.degli impianti e locali che presentano un rischio speciale
7.degli spazi calmi.


L’art. 20 concerne gli impianti con capienza non superiore ai 100 spettatori o privi di spettatori. Vi è tra l’altro previsto che l’impianto deve essere provvisto di non meno di 2 uscite delle quali una non inferiore a mt.1.20 e l’altra non inferiore a mt.0.80. Negli impianti al chiuso o per gli ambienti interni degli impianti all’ aperto la distanza massima delle vie d’uscita non deve essere superiore ai 40 mt. o ai 50 mt. se in presenza di idonei impianti di smaltimento dei fumi. L’impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux ad 1 mt. di altezza dal piano di calpestio lungo le vie di uscita. Gli impianti al chiuso e gli ambienti interni degli impianti all’aperto devono essere dotati di un adeguato numero di estintori portatili. Si specificano le dotazioni minime dei servizi igienici. Deve essere installata una apposita segnaletica di sicurezza secondo la Direttivo CEE del 24 giugno 1992
.

 ALCUNI REQUISITI DELLE PISCINE OLIMPIONICHE
Allo scopo di tutelare la salute e la sicurezza dei soggetti che utilizzano gli impianti per il nuoto per fini ricreativi, di allenamento e competitivi, le piscine devono possedere alcuni requisiti stabiliti dalla legge e dalle autorità sanitarie del paese in cui la piscina è ubicata.
Lunghezza
La lunghezza di una piscina può essere di  50,00 metri o 25,00 metri  o 33,00 m(pallanuoto). Queste misure devono essere certificate da un perito o da altro funzionario qualificato, nominato o approvato dal Membro nel paese in cui si trova situata la piscina. Sono ammesse delle superare minime tolleranze  di misura.
 Profondità
 È richiesta una profondità minima di 1,35 m, variabile da 1,0 m ad almeno 6,0 m in corrispondenza della parete di fondo, per le piscine dotate di blocchi di partenza.
È richiesta invece una profondità minima di 1,0 m negli altri casi.
 Pareti
 Le pareti terminali devono essere parallele e formare angoli retti con le corsie di gara e col pelo dell’acqua; inoltre devono essere costruite in materiali solidi, con una superficie non scivolosa che prosegue fino a 0,80 m sotto il pelo dell’acqua, per consentire al nuotatore in virata di toccare e dare la spinta senza correre pericolo.
 Sono ammessi gradini di riposo lungo le pareti della piscina. Tali gradini devono essere a non meno di 1,20 m sotto il pelo dell’acqua e possono avere una larghezza compresa tra 0,10 e 0,15 metri.
 Sulle quattro pareti della piscina possono essere collocate delle canalette che  devono essere ricoperte da una griglia o da uno schermo di tipo idoneo e devono essere munite di valvole di chiusura regolabili, in modo da poter mantenere l’acqua a livello costante.
Corsie
Le corsie devono avere una larghezza minima di 2,50 m, con due spazi di almeno 0,20 m all’esterno della prima e dell’ultima corsia.
Funi di corsia
Ogni fune di corsia deve essere composta da galleggianti collocati con le estremità in contatto ed aventi un diametro minimo di 0,05 m ed un massimo di 0,15 m.
 Le funi di corsia si devono estendere per l’intera lunghezza della corsia, fissate ad ogni parete di fondo tramite staffe di ancoraggio incassate nelle pareti stesse e devono esser ben tese.
In una piscina il colore delle funi di corsia deve essere il seguente:
Due (2) funi VERDI per le corsie 1 e 8
Quattro (4) funi BLU per le corsie 2, 3, 6 e 7
Tre (3) funi GIALLE per le corsie 4 e 5
I galleggianti che si estendono per una distanza di 5,0 m da ogni estremità della vasca sono di colore ROSSO.
In corrispondenza del segnale dei 15 m da ogni parete di fondo della vasca, i galleggianti devono essere di colore diverso dai galleggianti circostanti.
Nelle vasche di 50 metri i galleggianti devono essere ancora diversi per contrassegnare i 25 metri.
Pedane di partenza
Le pedane di partenza devono essere ben salde e non avere effetto-molla. L’altezza della pedana sulla superficie dell’acqua è compresa tra 0,5 e 0,75 metri. La faccia superiore deve avere dimensioni 0,5 m x 0,5 m ed essere coperta con materiale antisdrucciolevole e l’angolo massimo di inclinazione non dovrà essere superiore ai 10°.
Maniglie per la partenza con slancio in avanti possono essere installate sui lati della piattaforma di partenza, quelle  per la partenza a dorso devono essere poste ad un’altezza compresa tra 0,3 e 0,6 metri sulla superficie dell’acqua sia orizzontalmente che verticalmente e posizionate parallelamente alla superficie della testata, senza sporgere oltre questa. Laddove sono installate le pedane di partenza la profondità dell’acqua per una distanza compresa tra 1,0 e 6,0 m dalla testata dovrà essere almeno di 1,35 m . Inoltre sotto i blocchi possono essere installati pannelli elettronici di rilevazione.  

Numerazione blocchi
Tutti i blocchi di partenza devono essere distintamente numerati su tutti quattro i lati, in modo chiaramente visibile. La corsia numero 1 sarà quella sul lato destro guardando la vasca dalla testata di partenza, ad eccezione delle gare da 50 m nelle quali è possibile partire dalla parte opposta. Le piastre di cronometraggio devono essere numerate nella parte superiore.
Indicatori di virata per il dorso
Si utilizzano delle funi con bandierine, trasversali alla piscina, appese ad un’altezza minima di 1,80 m e massima di 2,50 m sul pelo dell’acqua su montanti fissi posti a 5,00 m da ciascuna parete terminale.
Inoltre si devono apporre segni caratteristici sui due lati della piscina e, se possibile, su ogni fune segnacorsia, a 15,00 m da ogni parete terminale.  
Corda di falsa partenza
Trasversalmente alla piscina deve essere appesa una
fune di falsa partenza ad altezza non inferiore a 1,20 m sul pelo dell’acqua su montanti fissi posti a 15,00 m davanti all’estremità di partenza. La fune deve essere attaccata ai montanti da un meccanismo di sganciamento rapido e deve andare a coprire efficientemente tutte le corsie quando viene attivata.
Temperatura dell’acqua e livello
La temperatura dell’acqua non deve essere inferiore a 26°C .
Durante  le competizioni,  l’acqua della piscina deve essere mantenuta a livello costante. Al fine di osservare le norme igienico sanitarie in vigore nella maggior parte dei paesi, sono ammessi l’afflusso e il deflusso, purchè non  si creino correnti o turbolenze sensibili.
Illuminazione
L’intensità della luce al di sopra delle piattaforme di partenza e delle estremità di virata non deve essere inferiore a 600 lux.
Linee segnacorsia
Devono essere di colore scuro contrastante e poste sul fondo della piscina al centro di ciascuna corsia.
Ogni linea di fondo deve terminare a 2,00 m dalla parete terminale della piscina con una linea perpendicolare della lunghezza di 1,00 m e della stessa larghezza della linea di fondo. Anche sulle pareti terminali o sui pannelli di contatto devono essere tracciate delle linee di bersaglio, al centro di ciascuna corsia, della stessa larghezza delle linee di fondo. Tali linee devono correre ininterrotte dal bordo della piscina al fondo della stessa.
L’accesso alle aree delle attività balneatorie deve avvenire,inoltre, attraverso un passaggio obbligato lungo il quale sono disposte o vaschetta lavapiedi o docce di passaggio.

I RISCHI  PER LA SALUTE IN PISCINA


Di seguito vengono sinteticamente elencati i rischi più frequenti  per la salute, legati alle attività che si svolgono in piscina :
·       Affogamento o annegamento dovuti a tuffi imprevisti, influenze esterne ( ad esempio venire spinti sott’acqua da un’altra persona), incapacità di nuotare per esaurimento delle forze o malessere
·       Rischio di una sincope digestiva con possibile arresto cardiaco e conseguente morte  dovuto ad arresto della digestione
·       Rischio di frattura delle vertebre cervicali con conseguente paralisi tetraplegica dovuto a tuffi in fondali troppo bassi
·       Rischio di una sincope da ipossia con arresto cardiaco e conseguente morte dovuti ad una  prolungata apnea
·       Rischi dovuti agli effetti dell’acqua , come lo shock termico causato da una immersione in acqua senza acclimatamento preventivo oppure otiti causati dal ristagno di acqua nel condotto uditivo
·       Rischi correlati a sostanze chimiche disciolte nell’acqua, come ad esempio l’arrossamento e/o bruciore degli occhi dovuto alla presenza del cloro
·       Rischi dovuti a batteri e/o funghi presenti nell’acqua come diffusione di micosi superficiali della cute del piede causate dalla camminata a piedi nudi sui pavimenti umidi ( piede dell’atleta)
·       Rischi dovuti alle condizioni dell’acqua e alle condizioni atmosferiche  come il pericolo di essere colpiti da un fulmine durante un temporale se si nuota in piscine scoperte o di essere colti da malore se l’acqua non è sufficientemente riscaldata
·       Rischi dovuti a collisioni tra nuotatori

PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI IN PISCINA

Per la prevenzione degli infortuni in piscina:
  • non nuotare mai a stomaco pieno, attendere dopo un pasto almeno 3 ore
  • non tuffarsi sudati in acqua
  • abituare gradualmente il corpo all’immersione (bagnare le varie parti del corpo)
  • fare attenzione all’intrappolamento dei capelli in corrispondenza delle uscite dell’acqua
  • non fare sforzi fisici intensi prima di entrare in vasca
  • per la discesa in vasca, se non ci si tuffa, utilizzare le apposite scalette
  • per la fuoriuscita dalla vasca, non risalire appoggiandosi ai bordi che potrebbero risultare scivolosi per la presenza di acqua, ma utilizzare le apposite scalette
  • non utilizzare ed eventualmente segnalare strutture potenzialmente pericolose (trampolini in vasca non sufficientemente profonda, punti “ciechi” ai fini della sorveglianza, ecc.)
  • evitare l’iperventilazione forzata prima del nuoto in apnea
  • sospendere il bagno in caso di comparsa di crampi
  • evitare di bere bibite fredde dopo il bagno
  • Non considerare mai l’ambiente acquatico“sicuro” , anche se  può essere considerato pressoché naturale per il bambino e, pertanto,  non lasciare mai bambini “incustoditi” a bordo piscina e in acqua 
  • è sempre consigliabile l’utilizzo di scarpette antiscivolo
  • non tuffarsi (sia di testa che di piedi) in acqua bassa; controllare sempre, prima di tuffarti, la profondità del fondale.
  • evitare le prove di apnea prolungata sul fondo, se non si è assistiti dall'Assistente Bagnanti o comunque da un soggetto capace di soccorrervi.
  • non improvvisarsi esperti istruttori di nuoto ed evitare di accompagnare gente poco esperta di nuoto in acqua alta: metti a rischio la loro vita e la tua.
 Per godere pienamente della gioia di immergerti nell'acqua (del mare, del lago, del fiume, della piscina) in tutta sicurezza impara a nuotare presso una delle numerose scuole nuoto federali.
 Una volta imparato a nuotare, durante il periodo invernale, frequenta la piscina per mantenerti allenato nel nuoto (bastano due sedute di allenamento settimanali). Questa condizione Ti consentirà di affrontare con serenità tutte le attività legate all'acqua (sub-acquea, vela, surf, canoa ecc.ecc.) ricordando sempre di non sopravalutare le nostre capacità sia fisiche che tecniche.


 
L’ASSISTENTE BAGNANTI :
UNA “SICUREZZA” PER IL NUOTATORE

Il lavoro dell'assistente bagnanti non consiste, come purtroppo ancora molti credono, nel "guardare" l'acqua, nel "prendere" la tintarella o nel conquistare le ragazze. 
Gli assistenti bagnanti andrebbero divisi in due categorie:
        1.      i brevettati per le acque "esterne" (mare)
       2.      i brevettati per acque "interne" (piscina) 
L'Assistente bagnanti in servizio presso le piscine è lo specialista che veglia sulla sicurezza di chi  le frequenta ;  è capace ed esperto negli interventi di soccorso di chi si trova in situazione di pericolo in acqua. 
Sue funzioni specifiche sono: 
v  prevenire gli incidenti in acqua con una sorveglianza attenta e intelligente; farvi fronte quando avvenuti, mettendo in atto quelle tecniche di salvataggio e di primo soccorso acquisite nel corso della formazione e dell’aggiornamento
v  regolare le attività di balneazione vegliando sul comportamento degli utenti
v  applicare e far rispettare  il Regolamento della piscina
v  verificare periodicamente la componente chimica delle acque nelle piscine e le condizioni igieniche dell'ambiente.

Le competenze acquisite nel corso di formazione gli consentono di intervenire in modo adeguato per praticare il primo soccorso, anche in caso di asfissia e arresto cardiaco. 

Il suo lavoro richiede disponibilità per trattare con il pubblico, capacità di rimanere vigile anche quando (grazie anche alla sua azione preventiva) "non succede nulla", ma anche di dar prova di tutta la sua determinazione e competenza nelle situazioni di emergenza. 
Ha la gravosa responsabilità della sicurezza dei bagnanti: ne risponde in prima persona sia sotto l'aspetto civile che penale;
Ha il dovere di mantenere al meglio la forma fisica e l'abilità tecnica con costanti allenamenti e periodici corsi di aggiornamento tecnico.

In realtà, ritenendo ovvie le capacità di far fronte a un salvataggio, è sulla abilità di prevenire che si distingue un buon Assistente bagnanti: convincere, cioè, con l'esempio e l'autorevolezza, con simpatia e disponibilità a rispettare gli accorgimenti utili alla sicurezza ed evitare comportamenti potenzialmente pericolosi! 
Può essere considerato un avamposto di “Protezione civile”, essendo istituzionalmente l’esperto della prevenzione (avendo le conoscenze utili per valutare cambiamenti nelle condizioni meteo, per prevedere gli sviluppi perniciosi di situazioni a rischio…) e il primo addestrato a intervenire in caso di emergenza, anche con manovre “salvavita”.

Apposite leggi e circolari ministeriali prevedono la figura dell’Assistente Bagnanti, ne stabiliscono la presenza obbligatoria in ogni struttura di balneazione aperta al pubblico, riconoscono la particolare competenza della FIN nella formazione degli stessi, la validità del titolo FIN per il disimpegno dell’attività, stabiliscono il numero di operatori necessari in funzione delle caratteristiche dell’impianto.

Recentemente è stato firmato un  protocollo d’intesa tra Ministero e FIN per l’inserimento della materia ambientale nel corso di formazione: gli Assistenti Bagnanti costituiranno così un importante supporto alla salvaguardia dell’ambiente.
 
SALVAMENTO: UN NUOTO PARTICOLARE …CHE AUMENTA LA SICUREZZA IN ACQUA
Il nuoto per salvamento è una disciplina sportiva appartenente alle specialità acquatiche patrocinate dalla FIN (Federazione Italiana Nuoto). 
Questa disciplina originariamente era nata come esibizione o esercitazione in cui si dimostravano le tecniche di salvataggio (addirittura i primi praticanti eseguivano le tecniche vestiti!).
Alla base di questa disciplina c'è l'importanza di riuscire ad insegnare a più persone possibili (dai bambini agli adulti) come si può salvare chi rischia di annegare.
Le specialità del Salvamento consistono proprio in simulazioni di interventi di soccorso in acqua nelle situazioni più diverse.

LE CARATTERISTICHE DELL'ATLETA
Chi vuole praticare questo sport deve essere in grado di nuotare nei vari stili e poi deve completare la preparazione acquisendo le tecniche di trasporto del soggetto in pericolo.  Deve quindi saper praticare l'apnea, remare, andare in canoa o usare una tavola da surf nell'acqua "agitata", usare le pinne in piscina; è importante anche avere una buona preparazione di base per la corsa.
Il Salvamento è uno sport che si può praticare anche ad età non giovanissima: l'atleta deve raggiungere la maturità sia fisica che mentale per poter superare le varie difficoltà, la fatica, il mare agitato, le condizioni meteorologiche spesso non ottimali.
D'altra parte il Nuoto da Salvamento può essere l'alternativa per i nuotatori "di tutti i giorni", poiché la multiformità del gesto tecnico può esser uno strumento efficace per combattere la noia. Inserire nella seduta di allenamento gestualità diverse, accresce gli stimoli dell'atleta, a cui si aggiunge anche la motivazione fornita dall'utilità sociale di questa disciplina.
Il buon risultato di un salvataggio è condizionato dalla conoscenza ottimale delle varie tecniche da parte del soccorritore e dalla chiarezza degli obiettivi da perseguire; non a caso molti degli atleti agonisti sono anche degli ottimi "bagnini".
Il brevetto di Assistente Bagnanti può essere conseguito a partire dall'età di 16 anni, è riconosciuto come titolo professionale e consente di operare sia in Italia che in Europa.

QUALCHE CONSIGLIO
Per chi per la prima volta vuole praticare il Salvamento, il consiglio è di rivolgersi ad una delle tante scuole presenti in Italia; si può però organizzare anche in proprio la seduta di allenamento ed in tal caso è bene dividerla seguendo lo schema presentato in seguito.
Ecco comunque dei consigli, utili a limitare i rischi in caso di intervento d'emergenza:
1.   Nell'avvicinamento al soggetto in pericolo, nuotare con calma, utilizzando lo stile conosciuto meglio, senza però perdere di vista il pericolante.
2. Se il soggetto è cosciente, tenersi a distanza e solo se appare abbastanza tranquillo, avvicinarsi direttamente.
3. Se il soggetto è molto spaventato, conviene immergersi e avvicinarlo sott'acqua in modo da poterlo afferrare da dietro con le mani ai lati del capo e trainarlo a colpi di gambe rana.
4. Se il soggetto è svenuto, è molto importante la rapidità di intervento, perché potrebbero essere necessarie delle manovre di rianimazione cardio-respiratoria.
5. Se il pericolante è in crisi di panico, conviene prima fermarsi a distanza e cercare di tranquillizzarlo prima di intervenire.

LE GARE IN PISCINA DEL NUOTO DA SALVAMENTO
L'attività agonistica nazionale e internazionale si articola su 7 prove individuali e 4 staffette in piscina e altrettante in mare o acque aperte (laghi o fiumi). In Europa si prediligono le prove in piscina, nelle quali l'Italia eccelle, ma negli ultimi anni ci si sta uniformando agli altri continenti introducendo le spettacolari prove oceaniche.
Durante i 4 giorni di gare internazionali, i 12 componenti delle rappresentative (6 maschi e 6 femmine) si misurano in tutte le prove dovendone coprire a testa almeno 3 in piscina e 3 in mare. Le distanze variano in base alle categorie.
NUOTO CON SOTTOPASSAGGI: 50-100 o 200 metri stile libero. A metà vasca, ogni 12.5 metri, c'è un ostacolo verticale che parte dalla superficie dell'acqua ed è sommerso per 70 cm. L'atleta deve passarci sotto.
TRASPORTO DEL MANICHINO O SACCHETTO: distesi su un fianco, un braccio rimane in acqua disteso in avanti e l'altro fuori per il trasporto del manichino (che pesa 48 Kg), o nelle categorie inferiori del sacchetto (pieno di sabbia e che pesa 5 Kg) che rimarrà appoggiato al fianco. La tecnica attualmente più diffusa prevede il trasporto con gambata rana sul dorso: con una mano si tiene il manichino, mentre con l'altro braccio ci si aiuta remando sott'acqua. E' la gara più breve e si svolge sui 50 metri, di cui 25 stile libero di avvicinamento e 25 di trasporto vero e proprio.
BATTELLO: si parte su una barchetta di 2.5 metri e con due remi si percorre la vasca di 50 metri, girando intorno a una boa posta a metà. All'altro bordo è legato un manichino, di fronte al quale bisogna girarsi di poppa. Ci si alza in piedi per afferrarlo, avendo cura di toccarlo solo con le mani. Si torna con un remo solo, restando in piedi a prua della barca, e compiendo sempre il giro intorno alla boa.
PERCORSO MISTO CON MANICHINO: è una gara composta da una nuotata stile libero (50 o 25 metri secondo la categoria), seguita da apnea di avvicinamento al manichino (10-15 o 20 metri) per poi tornare trasportando il manichino dopo averlo recuperato.
TRASPORTO CON PINNE E TORPEDO M 100: i torpedo sono salvagenti in gomma piuma da avvolgere attorno al pericolante con un moschettone. L'atleta parte con il torpedo, trasversale lungo il corpo, dopodiché recuperato il manichino lo si trascina tramite una lunga corda nuotando stile libero.
LIFE SAVER: dopo 75 metri stile libero, si recupera un manichino sul fondo, con il quale si termina la vasca. Ai 100 metri si deposita il manichino e, restando in acqua, si indossano torpedo e pinne. A stile libero si percorrono i successivi 50 metri fino a recuperare un secondo manichino posto sul bordo che si trasporta per altri 50 metri.

LE GARE IN ACQUE LIBERE DEL NUOTO DA SALVAMENTO
Le gare a staffetta, al posto del manichino, prevedono un compagno di squadra.
NEL FRANGENTE: è una prova di nuoto tra le boe con partenza e arrivo in spiaggia.
GARA CON LA TAVOLA: si parte dalla spiaggia con una tavola simile a quella da surf, su cui si sta sdraiati e si può tornare in 2.
SPRINT SULLA SPIAGGIA: prova di corsa con sprint di 90 metri sulla sabbia.
BANDIERINE SULLA SPIAGGIA: è una prova di corsa e destrezza ad eliminazione tra 8 avversari che devono correre a recuperare una delle 7 bandierine a disposizione.
GARA CON CANOA: è una prova simile a quella con il battello eseguita in piscina.
IRONMAN: è la prova più massacrante. Prevede l'effettuazione consecutiva di una gara nel frangente, una gara di canoa e una gara con la tavola, intervallate da sprint di 90 metri sulla spiaggia.

 
COMPORTAMENTO DELLO SPETTATORE DURANTE LE MANIFESTAZIONI SPORTIVE

Le manifestazioni culturali e sportive stimolano la partecipazione alla vita associativa, per cui le regole di un corretto e rispettoso comportamento civile sono alla base della sicurezza e serenità del singolo e del gruppo degli spettatori. 
A questo punto non ci serve attingere nè a Regolamenti né a Normative specifiche, ma piuttosto al senso civico che ognuno di noi possiede.
Come ci si deve comportare affinchè  non si diventi “elementi” di disturbo o di pericolo per sé e per gli altri durante una manifestazione sportiva?
BISOGNA:
·       Arrivare puntuali alla manifestazione e prendere posto
·       Attendere l’inizio della manifestazione con pazienza ed evitare di alzarsi se non in caso di reale necessità
·       Assistere alla manifestazione evitando di fare confusione perché si lede il diritto di assistere alla competizione sportiva a chi ci sta accanto
·       Esprimere con moderazione e senza eccessi le manifestazioni di tifo a sostegno della squadra e dell’atleta che si preferisce
·       Sostenere comunque tutti gli atleti con applausi dimostrando senso sportivo
·       Fare silenzio al momento della partenza perché gli atleti potrebbero non sentire il fischio/segnale di inizio
·       Confrontarsi con i sostenitori degli avversari con equilibrio, capacità di ascolto e apertura ( non litigare! ) 
·       Moderare il tono della propria voce se si sta parlando con l’amico seduto accanto a noi
·       Utilizzare lo spazio a disposizione senza  “invadere” con il  corpo o con movimenti ampi delle braccia o con oggetti personali quello altrui
·        Non spingere e non avere fretta quando è giunto il momento di lasciare la propria postazione per recarsi verso le uscite
·       Recarsi all’uscita consigliata senza prendere iniziative personali che potrebbero ostacolare il deflusso del pubblico
·        Vivere la manifestazione come occasione di crescita personale e di confronto con gli altri

 
CONCLUSIONE


La sicurezza trova, dunque, nella prevenzione la strategia più efficace per la sua attuazione e la prevenzione, a sua volta, individua nell’educazione la modalità migliore per aiutare i bambini e i ragazzi a riconoscere le situazioni pericolose e ad adottare comportamenti adeguati per vivere in sicurezza.